a cura di Marco Sebastiani
traduzione di Vyasa Sante
vedi anche:
-traduzioni e commenti alla Bhagavat gita
I
versi di seguito vengono presentati senza commento con il testo sanscrito in
caratteri devanagari, con la traslitterazione IAST e traduzione. Il primo capitolo viene diviso in gruppi di 10 versi e preceduto dal file MP3 dell'interpretazione cantata in metrica. Per facilitare la lettura in metrica il verso nella traslitterazione è diviso ulteriormente in due con una spaziatura doppia. Rarissimamente questa spaziatura aggiuntiva cade nel mezzo di una parola composta scritta unita in devanagari, ma si è comunque deciso di inserirla. In questo modo il cantato, e la traslitterazione nel metro indiano, formalmente chiamato Anushtubh, corrispondono ad un ottonario. Il verso completo formato da 32 sillabe, divise in due versi da 16 sillabe tramite il simbolo । , viene diviso ulteriormente in 8 sillabe. Molto simile all'ottonario (da cui deriva l'esametro) greco e latino (e sembrerebbe anche iranico, germanico e accadico). Usener parlò infatti di ottonario indoeuropeo. E' comunque incredibile come questi versi suonino simili:
Aνδρα μόι ἔννεπε, Μοῦσα, πολύτροπον, ὃς μάλα πολλά
πλάγχθη, ἐπεὶ Τροίης ἱερὸν πτολίεθρον ἔπερσε
ándra mói énnepe, Moúsa, polùtropon, ós mála pollá
plánchthe, epeí Troíes ierón ptolíethron éperse (Odissea, I, 1-2)
àrma virùmque canò, Troiaè qui prìmus ab òris
Ìtaliàm, fatò profugùs, Lavinìaque vènit (Eneide I 1-2)
dharmakṣetre kurukṣetre samavetā yuyutsavaḥ
māmakāḥ pāṇḍavāścaiva kimakurvata sañjaya (Bhagavat Gita I,1)
ma non è questa la sede per approfondire l'argomento.
Purtroppo
non si conoscono gli autori di questa bellissima versione cantata non più
presente su youtube e non si sa se sia soggetta a diritti.
Buona lettura