La pratica descritta nell’Hata Yoga Pradipika è iniziata a gambe incrociate, focalizzando l’attenzione, è proseguita con posizioni gradualmente più energiche, fino ad arrivare ad un picco rappresentato da posizioni tra cui i bilanciamenti sulle mani, kukkutasana e mayurasana, si è giunti quindi in savasana, la posizione del cadavere, per poi riprendere posizioni più meditative, siddhasana, per iniziare, e quindi, come descritto nei sutra presentati in questo articolo, alle posizioni del loto, del leone e alla posizione propizia. Queste ultime quattro posizioni vengono accompagnate da esercizi di respirazione, di incanalamento dell’energia e di meditazione, argomenti sui quali l’autore tornerà nei capitoli successivi. Un aspetto balza immediatamente agli occhi. La pratica proposta è simile in maniera impressionante all’odierna pratica dello yoga della quasi totalità delle scuole. Non è ovviamente un caso. Da un lato anche altri testi classici, più o meno recenti, propongono un percorso simile. Dall’altro lato l’Hata Yoga Pradipika ha goduto di una popolarità grandissima tra tutti i grandi maestri moderni e i guru nel loro lignaggio, ovvero la discendenza diretta all’interno di una scuola. Krisnamacharya citava spesso quest’opera, così come i suoi allievi, tanto che spesso oggi giorno vengono attribuiti a Pattabhi Jois, Indra Devi o Iyengar, tra i più rappresentativi discepoli del guru di Mysore, alcuni sutra testuali dell’Hata Yoga Pradipika. Anche altri famosissimi maestri, cosiddetti della prima generazione, ovvero gli iniziatori dello yoga in occidente, tra i quali Yogananda, Swami Vivekananda o Swami Rama, tenevano in grande considerazione l’Hata Yoga Pradipika. Fatto sta che lo schema di pratica proposto in quest’opera del 1500 DC è, di fatto, rimasto molto simile sino ai nostri giorni. Anche gli Yoga Sutra di Patanjali propongono una sequenza simile, come successione tra le varie componenti, ma come impostazione macroscopica, non con un livello di dettaglio tanto specifico.
Il susseguirsi dei temi trattati nell’opera è molto lontano dal senso moderno. Sono spesso anticipati termini e temi che poi verranno trattati in seguito, accennati senza nessun approfondimento. L’Hata Yoga Pradipika è la tipica opera che necessita di essere letta due volte, altrimenti solo alla fine si ha il quadro d'insieme e facilmente non si focalizza quanto descritto nei primi libri, di importanza fondamentale.
Terminato savasana, stabilizzato il respiro, dopo la concentrazione tipica di siddhasana, si entra nella seconda posizione fondamentale: padmasana.