Ananda Marga, il sentiero della beatitudine
febbraio 20, 2025
di Enrico Casagrande
Panoramica
Ananda Marga Pracaraka Samgha (organizzazione per la diffusione del sentiero della beatitudine), conosciuta più semplicemente come Ananda Marga, è un movimento spirituale di respiro internazionale che ha avuto origine nel 1955 grazie alla visione di Prabhat Ranjan Sarkar (1921-1990), meglio noto come Shrii Shrii Anandamurti. Nato nel Bengala Occidentale, Anandamurti sviluppa un sistema integrato che coniuga pratiche spirituali, come la meditazione e lo yoga, con un impegno sociale e morale che mira al miglioramento e al benessere dell’individuo e della collettività. Il movimento incorpora anche principi del Tantra, una tradizione spirituale che sottolinea l’importanza dell’unione tra l’individuo e l’universo, facendo delle pratiche corporee e mentali strumenti di elevazione interiore. Il movimento, che abbraccia principi di spiritualità universale, giustizia sociale e sviluppo integrale, propone un cammino di crescita interiore che stimola un attivo impegno verso una trasformazione della società lungo direttrici di equità. La sua filosofia, che unisce il benessere individuale a un più ampio impegno collettivo, trova aderenti in tutto il mondo, facendo di Ananda Marga una delle più significative espressioni spirituali di origine indiana contemporanee.
Anandamurti
L’agiografia racconta che Prabhat Ranjan Sarkar inizia il suo percorso spirituale fin da giovane, nutrendo una profonda inclinazione verso le pratiche meditative e l’auto-realizzazione. Nel 1939, lascia Jamalpur e si trasferisce a Calcutta per studiare al Vidyasagar College dell’Università di Calcutta. Qui, soggiorna nella casa dello zio materno, Sarat Chandra Bose, fratello di Subhas Chandra Bose (1897 – 1945), leader dell’indipendenza indiana e militare vicino all’Asse nel corso della Seconda guerra mondiale. La morte del padre obbliga Sarkar a interrompere gli studi e a tornare a lavorare per sostenere la famiglia. Tra il 1944 e i primi anni ’50, lavora come impiegato nel quartier generale delle ferrovie indiane a Jamalpur nel Bihar. Durante questo periodo, inizia ad insegnare le sue tecniche di meditazione a un gruppo di colleghi. Nel 1955, l’ispirazione di Sarkar si concretizza con la fondazione di Ananda Marga, che si diffonde in India prima per poi diventare globale grazie soprattutto ai giovani hippies occidentali alla scoperta dei saperi spirituali dell’India.
L’organizzazione
Nel corso degli anni, Ananda Marga crea una rete di centri di yoga e meditazione, scuole, ospedali e altre iniziative sociali in tutto il mondo. Il movimento promuove anche programmi di beneficenza, distribuzione di cibo e soccorso alle persone in difficoltà. L’aspetto che caratterizza maggiormente il movimento è l’integrazione tra spiritualità e responsabilità sociale. I membri sono incoraggiati a seguire un cammino di crescita interiore, ma anche a impegnarsi attivamente per migliorare le loro comunità e l’intera umanità. Anche la struttura organizzativa è pensata per essere altamente efficace, con una suddivisione in diversi settori, ognuno dei quali è guidato da un Segretario Settoriale. Ogni settore è suddiviso a sua volta in regioni e dipartimenti che si occupano di gestire tutte le attività spirituali e sociali del movimento. Le figure di riferimento come gli Acharya, i leader spirituali che guidano le pratiche quotidiane dei membri, rivestono un ruolo centrale all’interno di Ananda Marga.
Gli Acharya, sono Dada (fratello) e Didi (sorella). Si tratta di monaci e monache che dedicano la loro vita al servizio di Ananda Marga, ricoprendo funzioni spirituali e di guida nei centri locali. Conducono una vita di ascetismo e celibato, focalizzandosi sulla guida spirituale e sulla gestione delle pratiche quotidiane. Esistono anche Acharya di famiglia, che coniugano la propria vita spirituale con le responsabilità familiari. Il grado più elevato tra gli Acharya è quello di Purodha. In particolare, il Purodha Pramukha ricopre la carica di guida spirituale dell’Ananda Marga.
La dottrina
Anandamurti descrive l’universo come il frutto di un impulso proveniente dalla mente cosmica, contenente l’intero cosmo. Con il processo evolutivo degli esseri viventi, la vita individuale – proiezione esterna della mente cosmica – avvia un percorso di ritorno, seguendo modalità diverse a seconda delle entità. Ogni essere è unico, ma tutti perseguono lo stesso scopo: ricongiungersi alla propria origine, la Coscienza Infinita. Così, il flusso cosmico si sviluppa dalla coscienza illimitata, passando per quella limitata, e tornando infine alla coscienza illimitata, che si raggiunge attraverso la meditazione. Il quadro cosmologico di Ananda Marga si basa sulla convinzione di una forza cosmica infinita, onnipresente e onnipotente, conosciuta come Parama Purusha (la Coscienza Suprema):
“Per scopi filosofici, la Coscienza viene arbitrariamente assegnata al genere maschile e conosciuta come Purusha, o Shiva. Egli è il nucleo e l’entità testimone dell’universo. La Sua Forza è assegnata al genere femminile ed è conosciuta come Prakrti, o Shakti. Lei è la forza che – sotto la direzione di Purusha – trasforma una parte di Lui nell’universo. Lei è una forza cieca e resta sempre sotto il Suo controllo. Lui non agisce, ma permette a Lei di agire. Lui è il testimone e ciò che è testimoniato, mentre Lei è l’azione.”
Anandamurti afferma che l’essenza del tantra è la realizzazione dell’unità con il cosmo e la trasformazione dell’esistenza mondana in una dimensione spirituale. Al cuore del tantra di Ananda Marga vi è la convinzione che il mondo fisico non sia separato dal divino, ma ne sia un’espressione. Diversamente dalle tradizionali visioni ascetiche che promuovono la rinuncia, il movimento sostiene che la liberazione spirituale (moksha) possa essere raggiunta impegnandosi pienamente nel mondo.
Nonostante l’enfasi sulle pratiche tantriche nell’insegnamento di Anandamurti, l’indologo André Padoux non vede una connessione diretta con le tradizioni precedenti di questo insieme di saperi. La sua critica si concentra sul contrasto tra l’approccio di Anandamurti, che promuove un impegno sociale trasformativo, e le pratiche tradizionali, più focalizzate sull’esperienza spirituale individuale. Inoltre, le dinamiche storiche del movimento tendono a rafforzare la separazione dalle tradizioni classiche.
Il cuore della pratica di un margi (adepto) è, comunque, la meditazione, proprio come nelle tradizioni tantriche. La tecnica viene trasmessa gratuitamente da un Acharya, che presta attenzione alle specificità e al livello di esperienza del singolo. Le tecniche meditative diventano più articolate con l’avanzare della pratica, e durante questo cammino l’adepto riceve un supporto regolare dall’Acharya, che lo guida nel suo sviluppo spirituale.
Il movimento oggi
Ananda Marga è attiva in diverse parti del mondo, con migliaia di membri e un forte impegno in numerosi ambiti. Le sue attività si estendono a progetti sociali e comunitari che vanno dalla distribuzione del cibo alla creazione di ospedali e scuole. Il movimento promuove anche una teoria economica innovativa, la PROUT (Progressive Utilization Theory), che mira a creare una società giusta ed equilibrata, dove le risorse sono distribuite in modo equo secondo le finalità della stessa organizzazione.
Il movimento è strutturato in vari settori e suddiviso geograficamente in nove principali aree globali, ciascuna gestita da un segretario di settore. I settori sono ulteriormente divisi in regioni e dipartimenti, che operano a livello locale per promuovere le attività dell’organizzazione. Ogni livello è gestito da Wholetimers (lavoratori a tempo pieno) che si dedicano gratuitamente al servizio del movimento.
Volendo osservare la realtà di Ananda Marga in prospettiva futura, è inevitabile considerare che la vita del movimento dipende dall’impegno dei suoi aderenti, che sono chiamati a promuovere l’insegnamento e il servizio al prossimo. Come ogni movimento spirituale, anche Ananda Marga dovrà affrontare le sfide della modernità, della globalizzazione e dei cambiamenti sociali, rispondendo alle esigenze dei tempi con flessibilità, pur mantenendo, nei limiti del possibile, fede ai suoi principi fondanti.
0 commenti