Hata Yoga Pradipika: le posizioni fondamentali, asana (HYP.I:19-32)

giugno 06, 2018



di Marco Sebastiani  

Le prime undici posizioni elencate nell'Hata Yoga Pradipika, sembrano descrivere una pratica completa nel suo svolgimento. Si inizia con alcune posizioni a gambe incrociate che diventano sempre più intense, si passa poi a posizioni di estensione all'indietro, torsioni, piegamenti in avanti, posizioni di equilibrio sulle bracia per poi finire nella posizione del cadavere o shavasana.
E' sempre una grande emozione prendere coscienza che la nostra pratica ha origini antichissime e di come già in un testo di più di mille anni fa siano illustrate undici posizioni quasi identiche a come oggi le interpretiamo quotidianamente. Alcune di queste posizioni sedute sono inoltre proprio quelle raffigurate nelle incisioni e nelle evidenze archeologiche che ci permettono di dire che le prime forme di yoga fossero diffuse nella valle dell'Indo già a partire da più di tremila anni fa.
Il repertorio di asana dell'Hata yoga Pradipika è costituito da posizioni che si eseguono a terra, ma è opinione diffusa che lo yoga stesso non ne prevedesse altre tipologie nella sua forma antica.
Come abbiamo dibattuto nel recente articolo "Il mistero svelato della nascita del Vinyasa Yoga" l'Hata Yoga Pradipika potrebbe essere, a buon vedere, un resoconto di ben più complessi testi di rituali tantrici dai quali viene estrapolato un sunto, comprensivo degli aspetti principali, tra cui le posizioni fondamentali da adottare. Conosciamo alcuni di questi testi originari, ma in Occidente sono stati tradotti in minima parte in quanto comprensivi di migliaia di sutra nei quali si descrivono rituali molto complessi, con mantra e formule estese, concatenamento delle asana in percorsi cerimoniali con stazioni presso le quale invocare i deva e molto altro. Il grandissimo successo dell'Hata Yoga Pradipika è dovuto in larga misura alla sua struttura moderna ed all'essere sintetico, nonchè sicuramente, all'importanza ad esso attribuita dal grande maestro, padre dello yoga moderno, T.Krisnamacharya, che spesso ne citò i versi, così come i suoi discepoli, primi tra tutti Pattabhi Jois e B.K.S. Iyengar. In questo modo Yoga Sutra e Hata Yoga Pradipika sono divenuti l'ossatura dello yoga moderno. Ma vediamo ora quali sono le undici posizioni fondamentali descritte da Svatmarama.





fig.1 svastikasana
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda


HYP1.19: jānu-ūrvor antare samyak kr̥tvā pāda-tale ubhe ।
r̥ju-kāyaḥ samāsīnaḥ svastikaṁ tat pracakṣate॥
Viene chiamata posizione propizia, svastikasana, quella in  cui si sono correttamente poste le piante dei piedi fra le cosce e le ginocchia opposte, in posizione seduta. 

La svastika è un simbolo induista molto antico, citata già nei Veda in associazione con il deva del sole Surya e con Brahma il creatore. Il significato di svastika è proprio quello di segno "benevolo", "propizio". Come simbolo propizio, di buona fortuna, non può non essere associato anche con Ganesh, deva dalla testa di elefante figlio di Shiva, Dio della buona fortuna, che intreccia la sua sfera di competenza con lo yoga sotto molti punti di vista. Questo simbolo è tristemente noto in Europa per il significato politico assunto a metà del '900, ma il collegamento che la fece scegliere come simbolo del partito nazional socialista tedesco dei lavoratori non è casuale e richiama proprio la svastika indiana, che avrebbe dovuto rappresentare le origini indoeuropee ariane del popolo germanico.
La posizione a gambe incorciate non semba però richiamare in modo diretto la forma del simbolo della svastika, caso in cui i piedi e gli stinchi dovrebbero essere rivolti nella stessa direzione, quanto piuttosto i buoni auspici che ne deriverebbero. Svastikasana è una forma di posizione del loto leggermente semplificata, in quanto le ginocchia e le anche sono soggette a minore torsione e sollecitazione, è quindi una posizione chiave nell'Hata Yoga. Per questo motivo probabilmente è l'asana che apre il nostro elenco. Non sorprenderebbe che le sedute di yoga venissero iniziate proprio con questa posizione, anche se nulla viene detto in merito. Dal solo testo del primo sutra, non risulta chiarissimo se i piedi debbano incunearsi tra la coscia ed il polpaccio oppure appoggiarsi solamente su di essi, ma non è una grande differenza seppure oggigiorno vengono chiamate con due nomi differenti: svastikasana propriamente detta e posizione del mezzo loto.




fig.2 gomukasana 
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda


HYP1.20: savye dakṣiṇa-gulphaṁ tu pr̥ṣṭha-pārśve niyojayet ।
dakṣiṇe.api tathā savyaṁ gomukhaṁ gomukhākr̥tiḥ ॥

Viene chiamata posizione del muso della mucca, Gomukasana, quella in cui si pone la caviglia destra sul fianco esterno della coscia sinistra ed il tallone sinistro sul fianco esterno della coscia destra, perchè sembra il muso di una mucca.

Gomukasana ai nostri giorni viene considerata una posizione di compensazione all'adduzione, all'apertura, delle anche, difficilmente è inserita nelle sequenze come una posizione iniziale a gambe incorciate, ma questa è solamente una visione moderna. Non deve stupire che sia elencata tra le primissime posizioni da seduti. Mi è capitato spesso di vedere i sadhu, monaci rinunciatari indiani dediti allo yoga, iniziare in questo modo la loro pratica o anche soffermarsi per decine di minuti così seduti, modalità che al principiante potrebbe sembrare molto intensa. Bisogna inoltre considerare che storicamente gli indiani non utilizzano sedie, se non in epoca moderna, e sono soliti sedere accovacciati sui talloni quando in strada, oppure a gambe incrociate se il pavimento lo consente, questo fa si che conservino per tutta la vita una considerevole mobilità delle anche, impensabile per noi occidentali che generalmente perdiamo da bambini la capacità di sedere accovacciati. Svatmarama non specifica la posizione delle mani e delle braccia, come per tutte queste posizioni iniziali, e oggigiorno abbiamo molte varianti e molti stili differenti.
In alcuni commentari viene fatta confusione tra gomukasana e la successiva virasana, invertendo nome ed esecuzione. Il testo è però inequivocabile e il sutra 20 inizia proprio dicendo savye, da sinistra, daksina gulpham la caviglia destra, lasciando a nostro giudizio poco spazio alle interpretazioni.






fig.3 virasana
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda

HYP1.21:ekaṁ pādaṁ tathaikasmin vinyased uruṇi sthiram ।
itarasmiṁs tathā curuṁ vīrāsanam itīritam ॥

Un piede dovrebbe essere posizionato saldamente sotto una coscia. Allo stesso modo l'altro piede sotto l'altra coscia. Questa è chiamata posizione dell'eroe, Virasana.

Virasana è una posizione di meditazione molto conosciuta e diffusa in tutta l'asia, tra i monaci buddisti come tra quelli janisti o induisti. E' diffusa in alcune varianti con lo scopo di renderla maggiormente comoda o intensa, sedendo su di un cuscino di più o meno alto oppure sedendo direttamente sul terreno con gli gli ischi, le due grandi ossa all'interno dei glutei, a contatto con il pavimento. Comune è anche la versione con la schiena reclinata in terra, nota come supta virasana.

Queste prime tre posizioni sono preparatorie alla pratica, o, meglio, sono le asana su cui si baserà la pratica, e sono state adottate in India, per sedere e praticare yoga, da migliaia di anni.



A)
B)
fig.4 kurmasana (alias baddha konasana o balasana)
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda


HYP1.22 gudaṁ nirudhya gulphābhyāṁ vyutkrameṇa samāhitaḥ ।
kūrma-āsanaṁ bhaved etad iti yoga-vido viduḥ ॥

Stare seduti, comprimendo l'ano con i due talloni in direzioni contrapposte, mantenendo grande consapevolezza, viene chiamata dagli esperti di yoga la posizione della tartaruga, Kurmasana.

Il significato profondo ed energetico della pressione dei talloni nella zona adiacente mulandara, il primo chakra, non è, a questo punto dell'opera, chiarissimo. Allo stesso modo la raccomandazione di eseguire la posizione con consapevolezza, resta in parte sospesa. Nel proseguimento, già dai prossimi sutra, verranno dati ulteriori ragguagli sulla risalita dell'energia a partire dalla base della colonna vertebrale e del risveglio della consapevolezza che ne consegue.
In tempi moderni, il nome che l'Hata Yoga Pradipika attribuisce a "kurmasana", la posizione della tartaruga, viene generalmente dato ad una posizione differente, molto intensa, seduti, con le gambe distese e aperte, il busto reclinato in avanti con le braccia allungate all'indietro sotto le ginocchia. La posizione descritta da Swatmarana è invece generalmente chiamata oggi con il termine sanscrito di baddha konasana, posizione A) nell'immagine qui sopra, che significa l'angolo legato. In realtà, seguendo le indicazioni fornite, sarebbe anche possibile trovarsi in quella che oggi è chiamata balasana, la famosa posizione del bambino, indicata con la lettera B) nell'immagine poco sopra. Ad una attenta analisi però,  per essere eseguita come balasana, la contrapposizione dei talloni cui Svatmarama fa riferimento ci lascia un po' dubbiosi, ma alcune scuole di yoga indiane assegnano a kurmasana questa esecuzione facendo riferimento proprio all'Hata Yoga Pradipika, ci inchiniamo quindi agli eredi di questa tradizione millenaria, dandone notizia.
Quella che svatmarama chiama kurmasana è forse la posizione che offre il fianco a più dubbi circa la reale esecuzione, ci sembra tuttavia normale che, essendo passati più di mille anni da quest'opera, ed essendosi diffuse da allora moltissime scuole da Nord a Sud dell'India, alcuni nomi possano essere scambiati o possano aver assunto ad indicare posizioni differenti. Anche all'epoca in cui fu scritta l'Hata Yoga Pradipika la nomenclatura delle posizioni era tutt'altro che univoca. Lo stesso autore, più avanti fornirà dei nomi alternativi per la medesima posizione, affermando che taluni utilizzano questo, altri quello. Il senso di raccogliere in forma scritta, in un trattato, un elenco di posizioni, era anche probabilmente quello di porre ordine riguardo questo fenomeno. In merito confronta l'articolo: "Mito e Yoga, Kurmasana, la posizione della tartaruga "





fig.5 kukkutasana
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda

HYP1.23 padmāsanaṁ tu saṁsthāpya jānūrvor antare karau ।
niveśya bhūmau saṁsthāpya vyomasthaṁ kukkuṭa-āsanam ॥

Partendo dalla posizione del loto, Padmâsana, inserendo le mani fra le cosce e i polpacci, le si appoggiano al terreno, ci si solleva e ci si tiene sollevati in alto: questa è la posizione del gallo, Kukkutasana.

Stranamente, l'autore asserisce di entrare nella posizione del gallo partendo dalla posizione del loto, ma non ha mai dato le indicazioni per eseguire quest'ultima. Non dobbiamo però fare l'errore di considerare l'opera di Svatmarana un manuale nel senso moderno del termine, quindi autoconsistente, con uno svolgimento lineare e destinato ai principianti. L'autore esporrà in un secondo momento padmasana, ritenuta tra le quattro posizioni più importanti dello yoga. Prendiamo atto che probabilmente padmasana, allora come oggi era molto conosciuta, tanto da essere una delle posizioni di meditazione per antonomasia. A riguardo confronta l'articolo: " Yoga e mito: la posizione del loto, padmasana."  In questa luce, la prima posizione descritta, ovvero svastikanasana, assume ancora a maggior ragione le caratteristiche di variante più accessibile di padmasana. Questa posizione, come la precedente, viene generalmente associata con il risveglio dell'energia vitale attraverso la colonna vertebrale al quale Svatmarama farà esplicito riferimento in seguito.






fig.6  uttana kurmasana
da Practicing Ashtanga by C Griffin Litwin


HYP1.24 kukkuṭāsana-bandha-stho dorbhyāṁ sambadya kandharām ।
bhaved kūrmavad uttāna etad uttāna-kūrmakam ॥

Partendo dalla posizione del gallo, Kukkutâsana, si uniscono le mani dietro al collo e si giace sulla schiena come una tartaruga rovesciata, Uttana Kurmasana.

Questa posizione, al contrario di tutte le precedenti, ancora in auge nella quasi totalità di stili di yoga moderni, non ci sembra più praticata. Sono diffuse posizioni somiglianti come ad esempio garbha pindasana, la posizione "del feto nel grembo", nella quale però si rimane in equilibrio sugli ischi e le mani sfiorano il viso. In verità l'indicazione di portare da kukkutasana le mani sulla nuca o dietro al collo, rende questa posizione molto intensa, adatta a chi pratica da molti anni. Nel moderno ashtanga yoga si esegue una transizione da garbha pindasana a kukkutasana rotolando sulla schiena e quindi per poche frazioni di secondo si assume quella che sembra essere uttana kurmasana ora descritta nell'Hata Yoga Pradipika, ma, generalmente, nella prima serie dell'ashtanga moderno, questa posizione viene eseguita con le mani al viso e non alla nuca.

E' la terza volta che viene citata la tartaruga nell'Hata Yoga Pradipika. In primo luogo nel sutra   10: "A coloro che praticano yoga, l'hatha yoga è come la tartaruga che porta il mondo. " In secondo luogo nel sutra precedente che descrive kurmasana e ora, qui, nel sutra 24 a proposito della la tartaruga rovesciata. Come dicevamo, nella Bhagavat Purana, uno dei testi più antichi e ricchi della mitologia indiana, troviamo una leggenda che è un vero mito di fondazione dell'universo induista, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo.




fig.5 dhanurasana
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda

HYP1.25 pādāṅguṣṭhau tu pāṇibhyāṁ gr̥hītvā śravaṇāvadhi ।
dhanur ākarṣaṇaṁ kuryād dhanur-āsanam ucyate ॥

Afferrando i due alluci con le mani, portandoli a sé fino alle orecchie, piegando il corpo come se fosse un arco: questa è detta posizione dell'arco, Dhanurâsana.

Dalla breve descrizione del sutra 25 sono derivate sino ai giorni nostri due scuole di pensiero che identificano dhanurasana, in modo coerente entrambe, ma con due posizioni sensibilmente differenti. In quella più in auge, è tutto il corpo che assume la posizione di un arco (numero 1 nella foto), nell'altra, le braccia simulano il tendere di una freccia e le gambe compongono l'arco in cui la freccia viene incoccata, come visibile nella seconda figura qui sopra. D'altronde, entrambe le traduzioni dal sanscrito sono lecite: padanguṣṭhau tu gr̥hitva paṇibhyam sravana avadhi,  sollevando con le mani l'alluce "verso le orecchie" oppure "verso l'orecchio". E' interpretabile. Generalmente le scuole più moderne propendono per la prima versione, ovvero il back bend, forse affascinate dal fatto che da questa posizione possano derivare una serie di altre molto comuni, come urdhva mukha svasana, il cane che guarda in alto, ad esempio nel vinyasa yoga e che avrebbero quindi un'origine molto antica. Le scuole più tradizionaliste propendono invece per la seconda, in quanto, volendo preferire l'omogeneità di questa serie di posizioni, sarebbe più simile alle precedenti ed alle successive, invece di essere l'unica posizione della serie da affrontare supini.
L'esecuzione della prima versione (1), con gli alluci vicini alle orecchie rende certamente dhanurasana straordinariamente intensa ed adatta ai soli praticanti avanzati.



fig.8 matsyendrasana
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda

HYP1.26 vāma-uru-mūla-arpita-dakṣa-pādaṁ jānor bahir veṣṭita-vāma-pādam ।
pragr̥hya tiṣṭhet parivartita-aṅgaḥ śrī-matysa-nāth-uditam āsanaṁ syāt ॥

 Mettere il piede destro dove si origina la coscia sinistra, ed il piede sinistro accanto all'esterno del ginocchio destro. Lo Yogi mantiene questa posizione, con il corpo girato nella direzione opposta. Questa è la posizione insegnata dal Signore dei Pesci, Matsyanath (Matsyendra). 

HYP1.27 matsyendra-pīṭhaṁ jaṭhara-pradīptiṁ pracaṇḍa-rug maṇḍala-khaṇḍana-astram ।
abhyāsataḥ kuṇḍalinī-prabodhaṁ chandra-sthiratvaṁ ca dadāti puṁsām ॥

Questa posizione di Matsyendra stimola il fuoco gastrico, è un'arma potente che distrugge terribili malattie. La sua pratica costante conferisce agli uomini il risveglio di Kundalinî e la stabizzazione dell'energia lunare.

La descrizione dell'esecuzione di matsyendrasana è molto moderna, sintetica, ma precisa, seppure rimane non specificata la disposizione delle braccia e delle mani, coerentemente  con tutte le posizioni nelle quali non abbiano una parte direttamente attiva e cruciale.  Anche i benefici della posizione potrebbero essere elencati da un maestro di yoga moderno, seppure il riferimento è al sistema ayurvedico. Matsyendrasana aiuta la digestione, stimolando il fuoco che tradizionalmente è descritto bruciare all'altezza del terzo chakra, manipura. Non è invece chiaro quali malattie combatta, seppure la successiva affermazione lascia intendere che siano tutte quelle dovute ad un disequilibrio tra l'energia lunare (chandra) e quella solare (surya), che scorrono nel corpo.
Un fatto da notare è che l'autore descrive esclusivamente l'esecuzione che porta il corpo a ruotare verso sinistra, comprimendo il fianco sinistro ed afferma che la posizione stimola l'energia lunare che a sua volta scorre nel canale, o nadi, sinistro, chiamato Ida. E' probabile quindi che l'esecuzione nell'altro verso stimoli l'energia soloare (surya), ma non è scontato, stiamo facendo una supposizione, esistono altre possibilità. Ad esempio l'ipotesi che matsyendrasana stimoli chandra in entrambe le direzioni, in quanto può essere considerata una posizione che non attiva l'energia calda, ma solamente quella tiepida. Difficile dirimere questo punto.
Infine l'esecuzione costante di matsyendrasana prabodham, risveglia, Kundalini, ovvero l'energia dormiente descritta a volte come una dea dalla forma di serpente che giace arrotolata alla base della colonna vertebrale in prossimità del primo chakra, mulandara, e che lo yoga aiuta a riattivare, spingendola verso i chakra superiori, fino all'ultimo chakra, sulla sommità della testa, quando sopraggiunge l'illuminazione o il ricongiungimento tra lo spirito o energia individuale e lo spirito o energia che tutto pervade. Abbiamo sintetizzato molto un discorso un poco più complicato, ma credo di aver tratteggiato il quadro di insieme; per un'analisi più approfondita dell'argomento rimandiamo alla vasta letteratura in merito.

 fig.9 paschimottanasana
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda

HYP1.28 prasārya pādau bhuvi daṇḍa-rūpau dorbhyāṁ pada-agra-dvitayaṁ gr̥hītvā ।
jānu-upari-nyasta-lalāṭa-deśo vased idaṁ paścimatānam āhuḥ ॥

Avendo steso le gambe al suolo, dritte come bastoni, bisogna afferrare con le mani le dita dei piedi ed appoggiare la fronte sulle ginocchia: giacendo in questo modo si esegue la posizione di allungamento della schiena, Paschimatanasana.


HYP1.29 iti paścimatānam āsana-āgryaṁ pavanaṁ paścima-vāhinaṁ karoti ।
udayaṁ jaṭharānalasya kuryād udare kārśyam arogatāṁ ca puṁsām ॥


Questa posizione fondamentale fa circolare la corrente vitale lungo la schiena, risveglia il fuoco gastrico, riduce il ventre e dona la salute.

Paschimottanasana è molto apprezzata dalla fisiologia moderna così come lo era dall'antico sistema ayurvedico, Svatnaram la definisce un'asana "agryam", fondamentale. Nella sua spiegazione la posizione favorice lo scorrere dell'energia nel principale dei canali di trasporto nel corpo, ovvero susumna che si situa all’incirca nell'asse cerebrospinale, che parte dall'estremità inferiore del tronco fino ad arrivare all'estremità della testa, e percorre tutti i chakra. Come già accennato, attorno ad essa si avvolgono altri due importanti canali: Ida ha inizio dalla sinistra del primo chakra, muladhara, e termina nella narice sinistra, la parte sinistra del corpo ha polarità negativo-femminile ed è associata all'energia lunare e tiepida dell’apana; Pingala emana invece dalla destra del primo chakra e termina nella narice destra, la parte destra del corpo ha polarità positivo-maschile, ed è associata all'energia fresca e solare del prana, l'energia che tutto pervade.



 fig.10 mayurasana
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda

HYP1.30 dharām-avaṣṭabhya kara-dvayena tat-kūrpara-sthāpita-nābhi-pārśvaḥ ।
uccāsano daṇḍa-vad utthitaḥ khe māyūram etat pravadanti pīṭham

Appoggiarsi sulla terra con le mani, porre i gomiti a livello dell'ombelico e sollevare il corpo, mantenendolo ben diritto, viene chiamato posizione del pavone, Mayurasana.

HYP1.31 harati sakala-rogān āśu gulmu-dara-adīn abhibhavati ca doṣān āsanaṁ śrī-mayūram ।
bahu kadaśana-bhuktaṁ bhasma kuryād aśeṣaṁ janayati jaṭharāgniṁ jārayet kāla-kūṭam ॥
Questa posizione elimina rapidamente ogni malattia, a partire dalla dilatazione della milza e dalla circolazione. Consuma totalmente tutti i cibi malsani o presi in eccesso, vivifica il fuoco gastrico e fa digerire anche i veleni mortali.

 Anche mayurasana è una posizione molto praticata ai nostri giorni, seppure impegnativa e intensa. Se consideriamo che le posizioni in cui c'è un basso dispendio energetico e minore sviluppo di calore sono legate alla stimolazione dell'energia lunare, mayurasana è al contrario sicuramente una posizione che stimola l'energia solare o surya. Per questo motivo, ed essendo incentrata sulla stimolazione del terzo chakra, all'altezza dell'ombelico, riteniamo che venga ritenuta capace di favorire la digestione di qualsiasi cosa, anche i veleni mortali. Difficile comunque provare il contrario. A parte gli scherzi, è notevole il massaggio compiuto dai gomiti sugli organi viscerali, tra cui Svatmarama ricorda la milza. Abbiamo infine tradotto con "circolazione" il termine dosan, sebbene, più correttamente, indichi le malattie causate da uno squilibrio dei tre dosha: Pitta, Vata, Kapha, fondamento di tutta la medicina ayurvedica.





fig.11 shavasana
da The complete Yoga Poses di D. Lacerda
HYP1.32 uttānaṁ śabavad bhūmau śayanaṁ tac-chavāsanam ।"
śava-āsanaṁ śrānti-haraṁ citta-viśrānti-kārakam ॥34॥
Giacere a terra sulla schiena come un cadavere, viene chiamato Shavasana, la posizione del cadavere. Toglie la fatica e dona il riposo mentale.

L'elenco delle asana fondamentali si chiude con la posizione del  cadavere, posizione che ancora oggi chiude tradizionalmente la quasi totalità delle pratiche di yoga, proprio per i medesimi argomenti citati da Svatmarama: favorisce il defaticamento sia fisico che mentale, favorendo l'ingresso in una condizione più elevata. Generalmente le diverse scuole indicano l'inizio degli esercizi di pranayama o di meditazione, successivamente shavasana, ma ci sono moltissime eccezioni.

Nel prossimo articolo parleremo delle quattro asana fondamentali, concludendo così la trattazione delle asana nell'Hata Yoga Pradipika, prima di passare alle parti successive della pratica.








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