Anusara Yoga: il corpo allineato e la grazia nel cuore
settembre 11, 2017di Paola Fusco
“Aprirsi alla grazia”. Questo il significato di “Anusara”, il termine sanscrito proveniente dal “Kularnava Tantra” che oggi sta a indicare un moderno e molto diffuso stile di hatha yoga. Si tratta di un approccio alla pratica che coniuga la spiritualità con la biomeccanica, che considera il corpo uno strumento sacro per allinearsi e ricongiungersi al divino e che, basandosi su una profonda conoscenza dell’allineamento del corpo, è efficace anche a livello terapeutico.
Ma cos’è la grazia? John Friend, il fondatore del metodo, lo ha spiegato così: “Aprirci alla grazia è un modo di dire ‘sì’. Alla vita, all’esperienza, alle sensazioni, e ancor meglio, diciamo ‘sì’ a tutte le aperture che possono avvenire a livello energetico sottile!”. Grazia è quindi sinonimo di connessione a tutti i livelli interiori e con tutto ciò che ci circonda.
La filosofia al centro dell’Anusara, infatti, considera ogni essere ugualmente sacro in ogni sua parte, corpo, mente e spirito e, poiché il termine significa anche “fare un passo nella corrente della propria essenza”, ovvero entrare in sintonia con il vero spirito della vita, suggerisce di abbandonarsi e affidarsi a un potere più grande. L’Anusara affonda le radici nella filosofia tantrica non dualistica dello Shivaismo del Kashmir, per cui all’essenza di ogni forma manifesta dell’universo risiede un’unica energia che vibra della luce della consapevolezza e danza in beatitudine. Ciò significa che ognuno, al suo interno e in ogni sua parte, così come ogni cosa intorno a sé, è quell’unica energia, e che emozioni, pensieri e azioni ne sono manifestazione. Spesso si tende a dimenticare la propria essenza, e la pratica Anusara è il percorso per richiamare la natura più profonda e riconoscerne la presenza in sé e intorno a sé, per accogliere la vita in tutti i suoi aspetti e ritrovare leggerezza interiore. La pratica yoga permette di aprirsi a sperimentare, direttamente e al proprio interno, la grazia e la beatitudine di questa energia universale, di riconoscerla negli altri e portare l’esperienza nella propria vita.
Nella pratica Anusara gli elementi fondamentali e i principi della filosofia tantrica si riflettono sul piano fisico nei “principi universali di allineamento”, che vengono applicati a tutte le posture per rispettare l’anatomia a livello fisico ed energetico sottile ed entrare in allineamento con l’energia interiore. I principi sono cinque, rispettati in tutte le asana, secondo lo stesso ordine: porre le fondamenta, ovvero essere flessibili a ogni livello e a nutrire l’intenzione di aprirci ad accogliere le possibilità e di ricordare ciò che dall’interno ci unisce e connette gli uni con gli altri; energia muscolare, che, con l’attivazione dei muscoli, connette con il proprio centro per incrementare stabilità e forza fisica e spirituale; spirale interna, un movimento a spirale che ha origine dai piedi e sale verso il centro, creando più spazio nel bacino; spirale esterna, movimento che dal centro scende verso le estremità, ricompattando la parte posteriore del corpo e ancorando spiritualmente l’aspetto individuale all’aspetto universale; energia organica, un trasferimento di energia dal centro (l’essenza) verso la periferia, che aiuta l’espansione e la flessibilità. Eseguiti in sequenza e bilanciati uno con l’altro, i principi favoriscono il flusso dell’energia interiore e la armonizzano con l’energia universale. I principi universali di allineamento riflettono inoltre le tre A dell’Anusara: l’attitudine, intesa come approccio alla vita, l’allineamento (del corpo durante la pratica) e l’azione, come capacità di portare lo yoga nella vita quotidiana. Tutte le posizioni sono infuse di una precisa attitudine (iccha), che nasce all’interno del sé, dal cuore, e che sostiene la pratica. Attraverso la conoscenza (jnana), il corpo viene allineato affinché l’intenzione (sankalpa) possa essere espressa pienamente e l’azione (kriya) ne rappresenta l’atto finale.
Ogni classe Anusara è ispirata a un tema specifico. L’insegnante invita gli allievi a trovare la connessione con la grazia e fa seguire un raccoglimento celebrato dal canto dell’invocazione, che è un mantra delle “Upanishad”:
Om Namah Shivaya Gurave
mi inchino al principio supremo, al maestro interiore
Satchidananda Murtaye
che assume la forma di realtà, coscienza e beatitudine
Nisprapanchaya Shantaya
che è trascendente, luminoso e calmo
Niralambaya Tejase indipendente,
è l’essenza vitale dell’illuminazione
Le pose sono circa 250 (le stesse utilizzate nell’hatha, non in sequenza fissa), si espandono dall’interno verso l’esterno e sono manifestazione dell’equilibrio tra sforzo personale e abbandono al “flusso universale della grazia”. Alla fine della sequenza di asana vi è un profondo rilassamento in Savasana e le classi si chiudono con una breve meditazione e un canto finale. Spesso l’insegnante si congeda con una riflessione e invita a portare gli insegnamenti della pratica nella vita di tutti i giorni. Dal punto di vista fisico la pratica è uno stile vinyasa piuttosto impegnativo poiché coniuga fluidità e allineamento. Il metodo, che ha diversi elementi comuni all’Iyengar, per includere allievi di tutti i livelli permette l’uso di supporti come mattoncini, coperte, cinghie e bolster.
Oggi popolare in tutto il mondo, il metodo Anusara è stato fondato da John Friend, americano dell’Ohio, classe 1959, con lo scopo di reintrodurre nell’hatha elementi della religiosità induista, in buona parte derivati dal “Siddha Yoga” di Gurumay Chidvilasananda, erede di Swami Muktananda (1908-1982), da cui Friend afferma di essere stato iniziato, ricevendone il mantra. “Nella pratica dell’Anusara l’intento è cruciale: riconoscere la propria luce interiore, allinearsi allo Spirito supremo che è il modo più potente di portare il cuore nella pratica” era solito affermare Friend, che iniziò a praticare yoga a 13 anni basandosi sull’“Integral yoga hatha” di Swami Satchidananda, per poi abbandonare l’hatha e dedicarsi all’Iyengar, che qualche tempo dopo finì con l’insegnare. Nel 1997 fondò lo stile Anusara e iniziò a formare insegnanti e fondare scuole dapprima in America, poi anche in Europa e Asia. Friend, nel febbraio del 2012, è stato accusato di partecipazione attiva alla setta Wicca, promiscuità sessuale (per presunte relazioni adultere con studentesse e collaboratrici), abuso di sostanze stupefacenti e mancato versamento dei contributi pensionistici ai dipendenti. A sollevare lo scandalo fu un hacker, che pubblicò sul sito jfexposed.com (poi rimosso dalla rete), conversazioni, lettere e documenti che ne attestavano le colpe. John Friend quindi ammise, in un’intervista apparsa su elephantjournal.com, le sue responsabilità, dimettendosi dalla guida del movimento e annunciando che per un po’ avrebbe anche smesso di insegnare. In quell’occasione alcuni noti maestri affiliati lasciarono la scuola, altri invece annunciarono che i centri avrebbero continuato a funzionare formando e certificando insegnanti, poiché, pur vedendo vacillare la fiducia nel suo fondatore, continuavano a credere nella validità del metodo Anusara. Alla fine dello stesso anno, Friend tornò a insegnare con una serie di workshops per introdurre un nuovo sistema chiamato “Sridaiva” e alcuni collaboratori scelsero di seguirlo nel progetto, la cui struttura e sistema di allineamenti non si distacca molto dall’Anusara dei primi tempi.
di Paola Fusco
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